Alla conclusione serale di domenica 16 febbraio, dopo quasi quattro e giorni e mezzo di esposizione, sono stati ben 12.498 i visitatori affluiti per la terza edizione di Facies Passionis, i volti della Passione, la mostra promossa dall’Arciconfraternita del Carmine di Taranto e allestita nell’omonima chiesa.

Un successo più che lusinghiero che migliora i risultati, pur importanti, raggiunti nelle edizioni del 2018 e del 2019. Il bilancio triennale di Facies Passionis registra ora più di 30mila visitatori. Registrati grazie ai biglietti a numero progressivo distribuiti all’ingresso – che era gratuito – a ciascun visitatore.

Edizione dedicata alle Lacrime Mariane

Quest’anno, la mostra – inaugurata mercoledì sera dall’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, e dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci – era dedicata alle Lacrime Mariane. Una edizione monografica, quindi, che ha rivolto la sua attenzione sulla Madonna Addolorata, uno dei simulacri più importanti dei riti che animano la Settimana Santa in Puglia. Rispetto alle edizioni precedenti, quando sono state esposte le statue delle processioni dei Misteri della regione – e anche gruppi statuari, come è accaduto nel 2019 con quelli arrivati da Trapani – stavolta, da dieci località della Puglia, sono arrivate a Taranto altrettante statue dell’Addolorata grazie alla collaborazione prestata da altre Confraternite pugliesi, Parrocchie e Sodalizi religiosi.

“Quella di quest’anno – ha spiegato il priore del Carmine, Antonello Papalia, tracciando un primo consuntivo – è stata sicuramente l’edizione che ha avuto un più alto impatto emozionale. L’Addolorata è infatti un’immagine di dolore, di una Madre distrutta dalla perdita del proprio figlio. Ma è anche l’immagine che, attraverso le preghiere, suscita speranza e affidamento. Anche nella cromaticità – ha aggiunto Papalia – l’edizione del 2020, come hanno dichiarato diversi visitatori, è stata una mostra particolare, nel senso che se con le statue dei Misteri abbiamo visto i i colori della vita e della Passione di Gesù, con l’Addolorata, invece, sono prevalsi il nero, l’oro e l’argento. Le tinte degli abiti e degli ornamenti che rivestivano quasi tutti i simulacri esposti”.

Il momento conclusivo

Prima della Messa di ringraziamento, officiata nella chiesa dell’istituto Maria Immacolata, dal padre spirituale e parroco del Carmine monsignor Marco Gerardo, concelebranti i padri spirituali don Carmine Catalano di Canosa di Puglia, padre Nicola Di Summa di Triggiano, don Vincenzo Speranza di Ruvo di Puglia e don Giancarlo Ruggieri di San Giorgio Ionico – tutti centri che hanno partecipato alla mostra – nel salone delle troccole al Carmine c’è stato un momento conclusivo tra i priori e gli amministratori dei Sodalizi religiosi partecipanti. Introdotto dal priore Papalia, sono intervenuti don Carmine Catalano per la parrocchia Santi Francesco e Biagio di Canosa di Puglia, Vito Greco, priore della Confraternita del Carmine di Mottola, Pierpaolo Gallone per le confraternite di Carbonara di Bari, Nicola Cambione per il Capitolo Cattedrale Maria Santissima Assunta in Cielo di Bitonto, Massimo Albanese, priore della Confraternita dell’Immacolata di Latiano e don Giancarlo Ruggieri, parroco di Maria Santissima Immacolata di San Giorgio.

Le Riflessioni

Tutti hanno evidenziato l’importanza della mostra Facies Passionis, il percorso di crescita e di coinvolgimento che c’è stato nei primi tre anni, e la necessità per le Confraternite pugliesi di proseguire un lavoro di squadra che promuova sia le forme della pietà popolare che il patrimonio storico, culturale e artistico posseduto dalle stesse Confraternite. Il priore Papalia, a fronte delle numerose richieste di partecipazione che giungono al Carmine, ha annunciato che sarà insediato un organo terzo, il cui compito sarà quello di fare le scelte selettive migliori, in aderenza ai temi che la stessa mostra svilupperà nei prossimi anni.

Nella giornata di domenica, molti sono stati i gruppi in visita da varie località della Puglia, questo a dimostrazione di come la mostra può generare anche turismo e richiamo nella città. Come ha evidenziato nella serata inaugurale il sindaco di Taranto, Melucci, i riti costituiscono la matrice identitaria della città. E anche su questo bisogna far leva, ha detto il sindaco, per raccontare finalmente Taranto in modo diverso, che non significa nascondere i problemi che ci sono, ma cominciare a valorizzare le sue risorse migliori. Va detto che il Comune di Taranto, quest’anno, ha offerto un importante contributo organizzativo, affiancatosi a quello, già in atto dalle precedenti edizioni, della Banca di Credito Cooperativo di San Marzano di San Giuseppe.

Nella serata di sabato, infine, la mostra è stata visitata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega alla programmazione economica, senatore Mario Turco, per il quale le prime misure finanziarie inserite nel decreto legge “Cantiere Taranto” a favore delle orchestre e formazioni musicali della provincia di Taranto, possono costituire il tassello iniziale di un più complessivo discorso di valorizzazione delle tradizioni locali – sia culturali che musicali – di cui i riti della Settimana Santa costituiscono parte fondamentale.

Articolo precedenteQuarantore, il manifesto e programma ufficiale. Settimana Santa Taranto 2020
Articolo successivoll pendio pronto ad abbracciare il troccolante. Settimana Santa 2018. Taranto